Ero una ragazzina arrabbiata col mondo Avete creduto in me, ho ripreso a vivere
Quando ho deciso di intraprendere un percorso in comunità terapeutica, più di dodici anni fa, ero una ragazzina arrabbiata col mondo, ero infelice e spaventata; lontana da tutto quello che conoscevo. Ma ero prigioniera della droga.
Non mi restava che varcare la soglia di quello che tanti mi avevano descritto come “un posto terribile dal quale tenersi alla larga”. Dovevo volerlo. Volerlo per davvero. E decidermi non è stato per niente semplice.
Ricordo bene quel giorno del mio arrivo alla “Vela” di Justiano: nonostante l’estate sarebbe iniziata di lì a poco, il cielo era grigio e c’era una spessa foschia.
Ed io, credendo davvero di essere finita in un posto infernale, piangevo (chi mi conosce, lo sa: io piango molto); invece, dopo un primo momento in cui mi sono sentita spaesata, ho iniziato a respirare.
C’erano sorrisi, c’era supporto, c’erano tante emozioni, c’era condivisione.
C’era Don Giorgio, che era tutto questo. Don Giorgio era la bontà: era quell’uomo esile con gli occhiali che inizialmente poteva incutere un po’ di timore, ma che dopo un sorriso ti faceva sentire nel posto giusto, sicuro, protetto.
Ed è proprio questa la sensazione che provo quando ritorno alla Vela: mi sento a casa.
Il mio grazie più grande, di cuore, va al fondatore di questa vostra realtà: grazie caro don Giorgio per aver realizzato un progetto così grande, per aver creduto con tanto coraggio in ognuno di noi.