Diogene contro il rischio dipendenza

È un servizio-salvagente di accoglienza e ascolto rivolto a quanti sono entrati (o ritornano) in contatto con le sostanze senza esserne dipendenti e ha allargato il proprio raggio di interventi al fenomeno degli hikikomori.


Dalla cannabis all’alcol, dal ritorno dell’eroina all’abuso di psicofarmaci. La droga ha assunto mille sfaccettature.
Per di più sono nate nuove forme di dipendenza che con la droga non hanno nulla a che fare: l’attaccamento al computer, agli smart-phone, a Internet, ai social.
Chi rischia maggiormente di finire intrappolato sono i giovanissimi, ma anche i non più giovani.

Il percorso “Diogene” è un servizio-salvagente di accoglienza e ascolto rivolto a quanti sono entrati (o ritornano) in contatto con le sostanze senza esserne dipendenti e ha allargato il proprio raggio di interventi al fenomeno degli hikikomori, termine giapponese che descrive il dramma di quei ragazzi, i ritirati sociali, che si autoescludono dalla vita sociale.

L’obiettivo di “Diogene” è aiutare le persone sull’orlo della dipendenza a leggersi dentro per cercare di capire cosa si nasconde dentro quel bisogno di stordirsi, che sia con l’alcol, gli psicofarmaci o anche solo una canna. Oppure – come nel caso degli hikikomori - a rinchiudersi tutti i giorni in una stanza interrompendo ogni relazione, persino in famiglia.

Chi può rivolgersi a Diogene

Dipendenza da internet / Ritirati sociali / hikikomori
Il servizio “Diogene” si prende cura anche dei giovanissimi che vivono da ritirati sociali e delle loro famiglie. L’“Hikikomori”, termine che definisce questa sindrome molto diffusa in Giappone e che letteralmente vuol dire “stare in disparte, isolarsi”, sta interessando anche il nostro paese dove sono proliferati casi di completo ritiro sociale.

Si tratta di un disturbo che colpisce soprattutto i ragazzi, in genere dai 14 anni ai 30 anni, che scelgono di ritirarsi completamente dalla vita sociale, lasciandosi assorbire totalmente dal computer, da internet, dai social e diventando invisibili, silenziose, assenti. Il loro disagio è talmente profondo e radicato da spingerli ad abbandonare la scuola, gli amici, a chiudere con tutto e con tutti, lasciando il mondo fuori dalla porta della propria stanza.
Primi approcci con le sostanze
I ragazzi entrano facilmente a contatto con le sostanze, prevalentemente cannabis, ma anche cocaina o alcol, e sempre più in giovanissima età. Dietro la prima canna spesso si celano problemi legati all’autostima, a difficoltà relazionali in famiglia, fra amici, in classe. Emergono disagi che non possono essere subito e sempre trattati in gruppo: per questo, almeno nella fase iniziale, il percorso “Diogene” offre colloqui individuali, psicodiagnostici, seguiti da momenti di psicoterapia.

Ogni singolo caso è valutato in équipe per decidere come procedere: se continuare col percorso individuale o con presa in carico anche della famiglia (direttamente o con i Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto) oppure con percorsi di gruppo che prevedono momenti educativi e di aggregazione. Anche gli adulti a rischio dipendenza (o ricaduta) possono rivolgersi a spazio “Diogene”. I più “esposti” quasi sempre manifestano una depressione latente, spesso dovuta a esperienze traumatiche, ma possono anche emergere patologie più complesse di tipo psichiatrico