“Se siete in difficoltà chiedete aiuto! Accidenti…chiedete aiuto! Lo dico a tutte quelle donne che vivono situazioni di dipendenza dal loro compagno fino ad accettare angherie, soprusi, violenze di ogni tipo, anche mentali. E’ capitato anche a me col padre di mio figlio. Mi picchiava, subivo in silenzio perché avevo paura a denunciarlo, ma poi finalmente l’ho fatto e ora sto bene, sono serena, sto riprendendo in mano le redini della mia vita, so che potrà garantire stabilità al mio piccolino Liam che ha solo cinque anni”.
Chiameremo Maria (e suo figlio con nome di fantasia Liam) questa giovane infermiera alle soglie dei 30 anni che quando ne aveva poco meno di 27 ha avuto il coraggio di fare una scelta: denunciare un compagno violento. “Certo, mi dicevo, denunci e poi che fai? Te ne vai? E dove? In più c’era il rischio che i Servizi Sociali mi allontanassero dal mio bambino dandolo in affidamento ad una famiglia”. A convincerla è stata l’opportunità di entrare in comunità “perché mi ha permesso di tenere mio figlio”. E’ così che è arrivata a “Stella del Mattino”: “Questo posto è una famiglia, mi hanno aiutata tantissimo, ad amarmi un po’ di più accettando i miei limiti, imparando anche a stare da sola”.
Tre anni e mezzo per rimettersi in piedi – “Sì, il cammino è stato lungo, avevo diverse cose da risolvere, ho dovuto lavorare molto su me stessa, sulla mia tendenza a dipendere dagli altri, sul fatto che mi fossi legata ad una persona violenta. Anche mio papà era un uomo violento, mia madre ha subito tantissimo prima di trovare il coraggio di lasciarlo. Io amavo il mio uomo, i primi scatti di aggressività nei miei confronti glieli avevo perdonati, pure le botte di quando ero in gravidanza, perché ancora non sapevo di essere incinta. E poi comunque fino alla nascita del bambino e per l’anno che è seguito si era dimostrato un padre fantastico. Sembrava che si fosse sistemato tutto finché le compagnie sbagliate lo hanno portato sulla strada della droga, ed è crollato tutto. Quando mi ha picchiata per un pacchetto di sigarette ho capito che dovevo reagire. E così ho fatto: l’ho denunciato”.
E’ scattata l’operazione-salvezza: Servizi Sociali, Forze dell’Ordine, Tribunale dei Minori, “con un decreto che fortunatamente ha tolto al padre ogni diritto su Liam. Sono molto grata alle istituzioni per questo. Però c’è una cosa che non capisco: io che sono stata la vittima di tutta questa faccenda ho dovuto entrare in comunità terapeutica, mentre per lui non è stato disposto nulla, quando invece avrebbe bisogno di essere recuperato, entrando in una comunità terapeutica, quantomeno per la sua dipendenza dalle sostanze. E’ agli arresti domiciliari, ha un lavoro e so che nel frattempo si è messo con un’altra donna, da cui ha avuto un figlio e anche con lei ha ripetuto gli stessi identici errori”.
Giornate serene tra lavoro, casa e campo giochi – Maria sta conducendo una vita molto tranquilla. “Sto bene, il lavoro va bene, ho dei colleghi fantastici che sanno della mia storia e sono molto comprensivi e premurosi. La mia famiglia mi è sempre stata molto vicina e ora so di poter contare anche su quella di Stella del Mattino, in più avrò anche una famiglia d’appoggio che potrà darmi una mano nell’accudimento del bambino. Quando stacco dai turni di lavoro, sto il più possibile con Liam, lo vado a prendere a scuola, lo porto al campo giochi… In comunità stiamo giusto il tempo necessario, qui sbrigo lavoretti, tra mamme ci aiutiamo, ho l’opportunità di avere un supporto psicologico e neuropsichiatrico che mi fa molto bene. C’è Elisa, la mia operatrice di riferimento con cui posso confidarmi, a lei parlo delle mie paure, dei miei sogni, delle mie ansie. C’è poi un’intera équipe pronta a farmi avere tutto ciò di cui io e mio figlio abbiamo bisogno. Qui Liam ha avuto la possibilità di essere seguito da specialisti: è particolarmente vivace, lo hanno definito iper-cinetico perché fatica un po’ a gestire le sue emozioni, è comunque un bambino felice, molto affettuoso e spesso allegro. Sono fiduciosa: con il tempo si sistemerà tutto, andrà sempre meglio”.