“Perché fare volontariato a 20 anni oggi? Perché si scopre che la bellezza della vita aumenta quanto più si chiarifica la consapevolezza di esserci”. Così Emilia Protti sintetizza la sua scelta di dedicare a chi ha bisogno parte del proprio tempo. Le pagine “Buone Notizie” de “Il Corriere della Sera” riportano l’intervento in cui spiega le ragioni che l’hanno spinta al volontariato e che la animano ogni giorno.
Da quando sono piccola porto come segno sul mio cuore il desiderio di essere utile per il mondo. Poi l’adolescenza, in cui la mia mente è stata invasa da un vuoto di senso. Il trascinarmi nelle giornate era lento, l’essere utile – tanto desiderato – non volevo che avesse come destinatario un mondo che mi appariva insensato. Non ero affezionata a nulla del mio tempo, se non a due ore il sabato pomeriggio in una casa di riposo. Ricordo l’odore terribile e i lunghi corridoi per arrivare alla stanza in cui gli anziani ci aspettavano per cantare insieme. Eravamo quindici ragazzi che, gratuitamente e senza voti in più a scuola, si dedicavano a uno ospizio storico di Rimini. Le prime volte andavo per pura filantropia, poi – iniziando a sentire la fatica che quell’impegno richiedeva – mi sono accorta che non lo facevo solamente per questo.
Tante volte di fronte agli anziani non riuscivo a stare: non avevo il coraggio di guardare quelli che erano intubati o quelli che avevano perso il lume della ragione. Quel luogo poteva essere l’esasperazione dell’insensatezza che avvertivo, eppure io ci tornavo costantemente. Iniziata l’università, ho cercato a Milano un posto in cui potessi fare la stessa esperienza. Da quattro anni, il venerdì pomeriggio offro due ore di aiuto allo studio a ragazzi delle medie nella zona di Corvetto. Nella frenesia della settimana milanese, quelle sono le ore “per me”. Niente Spa o parrucchieri, è un momento in cui dedico il tempo al desiderio di amare ed essere amata che da sempre attanaglia la mia vita e quella di tutti gli uomini. Con questi ragazzi tutti i miei buoni propositi di essere utile per loro cadono: tante volte è impossibile farli studiare.
Grazie a loro sto intuendo che la consistenza della mia utilità sta nel mio essere-lì e nel mio fare. Semplicemente dedicando due ore a questi ragazzi, vedo che ho valore perché ci sono e non per la buona riuscita della mia performance. Allora, perché fare volontariato a 20 anni oggi? Perché si scopre che la bellezza della vita aumenta quanto più si chiarifica la consapevolezza di esserci. Questo credo che rompa tutti gli schemi perbenistici, meritocratici e performanti che la società impone. Un gesto del genere è più rivoluzionario per il mondo – e per la mia vita – di qualsiasi piazza gremita di gente con forconi alla mano.