NELLA FOTO UN RITRATTO DI DON BOSINI REALIZZATO DA SILVIA ZENI ACCANTO AL QUADRO CON ANNA BOSINI, SORELLA DEL NOSTRO FONDATORE
Ogni volta che si ricorda don Giorgio il cuore si accende. Ci si sente un po’ più carichi, incoraggiati a cercare di essere migliori. Così è stato anche venerdì pomeriggio per chi ha scelto di ritrovarsi nella sede associativa ad ascoltare le sue parole, a quattro anni dalla scomparsa .
Lo hanno rivisto in una videointervista (che rilasciò ad una trasmissione televisiva della diocesi – Strade della vita – nel 2011 quando ricevette l’Antonino d’oro) e ascoltato attraverso la rilettura di alcuni suoi scritti. Un uomo di acuta intelligenza e bontà autentica. Enrico Corti, l’attuale presidente della Fondazione La Ricerca ETS che a don Bosini è intitolata, ha ricordato quanto don Giorgio fosse appassionato delle persone che gli si avvicinavano, “un uomo poliedrico – la Ricerca non è stata che uno degli ambiti del bene di cui si è occupato -, concreto, di un’intelligenza pratica, dotato di quell’umiltà di cui i grandi sono capaci, capace di mettersi in ascolto, sforzandosi sempre di capire, prendeva tantissimi appunti, lo aiutavano a riflettere”.
Tra gli scritti letti nel pomeriggio dedicato a don Giorgio Bosini, ricordiamo un passaggio del suo messaggio rivolto alla città in occasione dell’Antonino d’oro ricevuto il 4 luglio 2011, quando volle “condividere questo premio con i tanti sacerdoti, confratelli, suore che oggi non sono sotto i riflettori ma che nel silenzio e nell’umiltà, spesso soli e in situazioni difficili, svolgono con amore e dedizione un servizio importante che è testimonianza del la loro fede e segno di speranza. Chiedete “molto” a vostri preti, e li aiuterete ad essere ciò che devono essere”.
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