IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE LA RICERCA ENRICO CORTI:
giornata contro la droga giornata per la vita
Il magistrato Gratteri in una recente intervista denuncia il traffico e il commercio internazionale di droga come l’industria organizzata e disciplinata dalle mafie più potenti del mondo e con i profitti più alti. Recentemente la giornalista Floriana Bulfon conferma e analizza questa verità economica in un suo libro, fino a subire minacce alla sua incolumità, testimoniando l’attualità costante del tema.
Contemporaneamente ogni lavoratore constata spesso che il suo collega soffre di dipendenza da cannabis o alcol, mentre il dirigente della sua azienda mantiene ritmi altissimi di lavoro e di arroganza pure nella guida dell’auto con uso costante di cocaina e crack, fermo che i medesimi timbrano regolarmente il cartellino in entrata e in uscita.
Capita poi che i propri colleghi o amici del bar, regolarmente sposati e cittadini modello, sono spiazzati da comportamenti discontinui dei propri figli con uso regolare di sostanze almeno il fine settimana, fino a renderli chiusi nei loro pensieri e isolati dagli amici.
E non finisce qui, perché quell’anziano così benevolo dilapida i risparmi nel gioco d’azzardo, dal quale è dipendente pure il vicino di casa che, inspiegabilmente, si separa e gira come uno zombi nel quartiere.
Sono situazioni che non denotano marginalità sociale o violenza subita o inebetimento quotidiano per le vie del centro, ma situazioni nel vivere apparentemente normale.
Chi supera un certo livello di dipendenza si rivolge al medico, che la tratta sempre più come una sorta di diabete cronico, per cui è normale passare da tempi di ordinaria salute a tempi di recupero sanitario, mentre i più gravi sono segnalati per cure comunitarie di breve periodo o come affetti da disturbi psichiatrici da curare con …. sostanze.
Contemporaneamente, le forze dell’ordine arginano il commercio internazionale denunciato da Gratteri con azioni efficaci sul territorio, ma che, a fronte di quanto denunciato a livello internazionale, producono temporaneo freno alla malavita organizzata, che subito elabora nuove strategie di mercato.
Pessimismo? No, realismo, che fa dire che, tutto sommato, le droghe sono di fatto oggetto di mercato e che nel sentire comune l’allarme sociale interviene quando scopri che i piccoli spacciatori sono sotto casa o provvedono singolarmente a procurarsi il danaro con azioni violente in cambio di poco danaro.
A fronte di tutto ciò, ha ancora senso proclamare un giorno per sostenere la lotta alla droga?
Ha più di un senso, innanzitutto per sostenere le persone come Gratteri – e ve ne sono tante altre – fino alle locali forze dell’ordine, che implicitamente vogliono ridurre o estirpare commercio e produzione di sostanze che, comunque, alterano la vita civile e sociale. E non illudiamoci di frenare le mafie con la legalizzazione: dopo poco tempo occuperebbero il mercato e fisserebbero il prezzo anche dal tabaccaio sotto casa.
La domanda che occorre porre come prioritaria, però, è più semplice: per vivere, relazionare, lavorare, divertirsi è inevitabile fare uso di sostanze o meccanismi fino alla dipendenza? Occorre sempre qualcosa fuori di noi per ritrovare il punto più vero e profondo della nostra personalità? I ritmi del vivere e lavorare quotidiano sono tali da esigere sostanze che permettano di accelerare o sviare lo stress e gli algoritmi imposti sempre più esigenti?
Incontrando tante persone nei nostri centri di accoglienza, nei colloqui singoli o nei gruppi di auto aiuto, nelle nostre comunità, nei centri educativi dei comuni, nei punti di ascolto delle scuole, nelle richieste di aiuto quotidiane si constata, invece, il contrario : una richiesta esplicita o implicita di vita serena con la sufficienza di beni essenziali, di accettazione della propria fragilità per avviare un percorso di crescita e non di idealizzazione di sé, di relazioni fondate sulla verità e non sull’immagine, di ritmi del lavoro che non portino allo sfascio relazioni amicali e familiari. Potremmo aggiungere per ognuna delle persone che avviciniamo nelle nostre sedi un proprio vissuto, che va dal malato cronico HIV contento di trovare un luogo comunitario di accoglienza, al dirigente che si trova schiavo della propria immagine da sostenere a costo di notti in bianco e isolamento relazionale.
Tutto questo ha un costo e un investimento in termini di risorse umane, strutturali e finanziarie che non possono essere esclusivo oggetto di indicatori economici: i conti devono sicuramente tornare, ma è essenziale anche a livello politico un ordine di priorità, perché il benessere delle persone non è misurabile come una cinquecento fiat o qualsiasi bene di consumo.
Per il bene delle persone, impegnarsi affinché non usino droghe ha, quindi, un valore profondo e attuale, perché è il presupposto per una convivenza sociale non violenta e per una vita individuale sia pure faticosa, ma consapevole e serena.
Quindi, forza Gratteri e tutti i suoi collaboratori fino al maresciallo di paese e forza tutte quelle persone che nelle strutture private e pubbliche si adoperano affinché le persone vivano sulle proprie gambe con andatura normale, senza dover fare uso di sostanze che ne accelerino immotivatamente la corsa.
Enrico Corti
Presidente Associazione La Ricerca