Raddoppiato l’abuso di alcol tra gli adolescenti: il 118, dal 2019, ha soccorso il 92 per cento di adolescenti in più. “Bevono per sfogo e perdono la testa”. Con un articolo di Elisabetta Andreis, “Il Corriere della Sera” ha effettuato un viaggio tra vari quartieri difficili di Milano, da San Siro a Corvetto, dove gli adolescenti bivaccano senza fare apparentemente nulla. Non vi sono né centri di aggregazione né educatori né strutture sportive. Per Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione “Minotauro” e docente universitario alla Bicocca e in Cattolica, il problema è sociale, non di pura criminalità: “Non si insegna più la cultura del no. E la figura del padre è in crisi totale”.
Un ragazzo di 14 anni del Bangladesh non ha ancora trovato una scuola media che lo accolga e così girovaga per strada. Ma Ciro Cascone, procuratore capo della Procura per i minorenni di Milano, ammonisce a non fare distinzioni nette tra ragazzi delle periferie difficili che vanno a delinquere nei luoghi della movida da una parte e giovani che abitano in contesti più fortunati dall’altra. A non identificare quindi i primi come gli autori di reato e i secondi come vittime di soprusi e violenze.
A cancellare la linea di confine entra sempre più spesso l’alcol che spinge anche ragazzini della Milano bene, insospettabili e magari integratissimi a scuola, a compiere piccoli reati. Nei mesi di settembre e ottobre l’impennata di interventi del 118 per intossicazione etilica nella fascia d’età tra i 13 e i 15 anni è del 92 per cento rispetto al 2019 (raddoppiati i soccorsi tra i 14enni) e si spalma su tutta la settimana, con picchi nel weekend.
Conferma al “Corriere della Sera” Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze all’Asst Santi Paolo e Carlo: “Il consumo è diventato abituale, trasversale e sempre più precoce, catalizzatore di espressioni di aggressività che non trovano spazio in altro luogo”. Sottolinea Filippo Salvini, responsabile del pronto soccorso pediatrico a Niguarda: “I ragazzi non hanno la percezione del danno da accumulo. Se non superano la soglia, pensano sia tutto ok”. Emilio Fossali, già responsabile del pronto soccorso pediatrico in De Marchi, organizza nelle scuole lezioni sui danni causati dall’alcol al cervello: “Tutti noi adulti dobbiamo sensibilizzaci. Famiglie, educatori, gestori di market e baristi, che non devono venderlo ai minori”.