Torniamo ancora sul problema, forse sarebbe meglio definirlo il dramma, dell’abuso di alcol tra i giovanissimi. Ci spingono a farlo la cronaca – in pochi giorni casi di coma etilici gravi di tredicenni e una denuncia di violenza sessuale ad opera di una tredicenne che ha avuto rapporti di gruppo in stato di parziale incoscienza – ed un fenomeno che, come più volte segnalato su queste pagine, non aveva mai avuto queste dimensioni. I ragazzi quando raccontano non si rendono dei rischi che corrono, anche perché l’alcol abbassa la percezione del pericolo e inibisce quindi la paura. Con conseguenze gravi o gravissime per gli interessati e gli altri. Eppure, come sottolineano gli stessi inquirenti chiamati ad indagare, interrogare, redarguire e spesso a condannare, gli adolescenti hanno a disposizione in ogni quartiere campetti di calcio e di basket dove organizzare tornei, centri di aggregazione dove fare musica e piste ciclabili sicure per esplorare in monopattino o bicicletta la loro città. Eppure…Significa che il problema è strutturale ed educativo.
Exodus e Casa del giovane di Pavia hanno ascoltato tremila ragazzi di Milano e provincia tra gli 11 e i 18 anni. Tra le spese “disfunzionali”, l’alcol è in assoluto quella più diffusa (41%), seguita dalle sigarette. Se si circoscrive l’analisi agli studenti delle medie (11-14 anni), il 24% del campione ammette di bere alcol fino a perdere il pieno controllo almeno una volta al mese. La motivazione? “Togliersi di dosso timidezze e paure” e “divertirsi” come scrive il “corriere della Sera” del 31 luglio scorso. Dicono di essere consapevoli che l’alcol fa male ma pensano che non esista un danno da accumulo.
La comunicazione è fondamentale. Come abbiamo scritto il “Corriere” ha fatto un’indagine a Milano con un quattordicenne in giro per bar, la sera: tutti e 12 i locali gli hanno venduto superalcolici senza alcun controllo. Tra i ragazzi si è diffusa anche l’abitudine di munirsi del “falsino”: la foto della carta d’identità con la data di nascita camuffata così da apparire maggiorenni. Vendere alcol agli adolescenti è un reato, ma si moltiplicano i canali loro accessibili e a basso costo come market, asporto e delivery.
A Milano istituzioni e pubblici esercizi firmeranno un patto di responsabilità, ma si sa già che non basterà. Devono capire che nella vita certi risultati, in primis il benessere, si ottiene con fatica e sudore, senza sostanze che ci alterano. Il dilemma è: come?