Don Virginio Colmegna dice al cardinale Carlo Maria Martini: “Ormai si scambia la carità per elemosina”. La risposta dell’arcivescovo: “La carità deve abbracciare la giustizia”. E’ un incontro che “Il Corriere della Sera” rievoca, in un articolo di Gianni Santucci, in occasione dei ventidue anni della fondazione della Casa della carità di cui don Colmegna oggi è presidente onorario. Carità, qual è il suo significato vero e profondo. “La nostra società, in parte, l’ha fatta diventare marketing, la fa passare dal fund raising — osserva rispondendo alla domanda dell’intervistatore ne —. E invece, come diceva Martini, la carità può essere un gesto piccolo, ma deve portare giustizia. O come sosteneva don Milani: ‘La carità senza giustizia è una truffa’. È una parola da ripulire e da riempire. Perché significa e porta appartenenza. È il noi, opposto all’io che provoca lacerazioni. Rendiamoci conto: oggi si danno soldi per il bonus psicologo. Vuol dire che serve una grande riflessione sulla carità”.
Riflette ancora don Colmegna: “La carità è sapienza e impegno, non una pacca sulla spalla. È una dimensione di cultura, una dimensione etica e morale, tanto più decisiva in tempo di intelligenza artificiale. È un momento storico di troppa osservazione e poco investimento. È urgente invece tirar fuori l’utopia, la passione, la voglia di impegnarsi, la politica che affronti il cambiamento e che progetti. Bisogna riempirla di nuovo, la parola carità. Soprattutto coi giovani, per sottrarli alla deriva sociale della lamentela e della tristezza, per rompere le solitudini”.
La carità è un primo passo, altri devono seguire: “Bisognerebbe creare le condizioni perché i professionisti della cura scelgano di impegnarsi, di intervenire sul disagio profondo e sull’educazione. Per richiamarli, c’è bisogno di offrire una solidità anche economica. La gratuità del volontariato anticipa, ma poi deve subentrare altro, ad esempio psichiatri e professionisti per contrastare il dramma della droga, che ormai arriva a casa per posta. La città ha dentro germi da ripulire, e insieme forze da far attecchire. È una città vecchia per età media, ma la Bibbia dice che vecchi e bambini danzeranno insieme, la speranza non ha età e bisogna farla fiorire. Serve un sostegno economico per una società che progetta, cerca, inventa altre strade. La passione deve emergere e non essere costretta spesso a confrontarsi con troppo protocollo e troppa burocrazia”.