Uno sforzo in più per tendere una mano anche ai senzatetto: alla gestione del Centro diurno “Il Quadrifoglio” di via Beati, l’associazione La Ricerca aggiunge ora la gestione di un nuovo rifugio per senza fissa dimora in funzione da lunedì 11 gennaio in via Zoni 38 grazie alla cordata solidale “Insieme Piacenza” con un contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un’urgenza a scendere in campo dettata dalla volontà di non lasciare esposte al rischio di sopravvivenza le persone che nelle notti di freddo e gelo non avrebbero un posto dove ripararsi.
Due i primi ospiti accolti, gradualmente arriveranno gli altri fino a raggiungere la capienza massima che è di 8 posti letto (che possono salire a 10 per le emergenze). Le camere sono al piano terra. A ogni ospite viene consegnato un kit per l’igiene personale (asciugamani, detergente, carta igienica, disinfettante e mascherina), e in caso di bisogno anche qualche capo di biancheria intima.
Non solo dormitorio e igiene personale: gli ospiti possono consumare al “Nido” il pasto serale ricevuto alla mensa Caritas. Allo stesso modo al mattino viene offerta una bevanda calda con i biscotti.
,Ad aprile trasloco alla Farnesiana Il “Nido” è stato allestito nei locali al primo piano dell’ex-Ostello Don Zermani di proprietà dell’associazione. Il servizio di accoglienza è garantito ogni notte da uno staff formato da un educatore La Ricerca con, a turno, i volontari PaCe (Persone al Centro), l’associazione che affianca la onlus piacentina in tutti i suoi servizi educativi e di assistenza alle persone e nelle comunità terapeutiche sul territorio. Le linee strategiche dell’accoglienza sono dettate dalla Caritas a cui spetta il compito di filtrare gli accessi. Sempre Caritas si accollerà i costi della gestione e dell’affitto degli stabili – sia in via Zoni, dove il dormitorio rimarrà allestito sino a fine aprile, sia in via Grondana, alla Farnesiana, dove sarà poi trasferito (una volta ristrutturati i locali) per restarvi in maniera permanente e aperto tutti i mesi dell’anno. Il budget previsto per il funzionamento della struttura di accoglienza è di circa 60 mila euro l’anno. Esclusi i costi di ristrutturazione di via Grondana che sono a carico del proprietario.
Quel nome “nido”, dato al nuovo rifugio, la dice lunga sulla modalità con cui sarà gestito: “Come rifugio ma anche come luogo dove imparare a spiccare il volo verso un percorso che conduce all’autonomia della persona”. L’accesso al Nido, come già avviene per le altre strutture simili, avviene attraverso il Centro di ascolto della Caritas diocesana: una volta ottenuto il via libera, l’ospite, prima di entrare, dovrà obbligatoriamente sottoporsi al tampone anti-Covid.
Secondo l’osservatorio della Caritas diocesana si calcola che in città siano almeno 190 le persone senza fissa dimora. Il nuovo dormitorio collocato provvisoriamente in via Zoni si affianca a quello già esistente nella parrocchia della Sacra Famiglia che ospita 6 persone. Gli altri sono: il Rifugio Segadelli (10 posti letto in locali del Comune situati accanto alla stazione ferroviaria) gestito dalla Ronda della Carità, Casa Scalabrini di via Giordani (10 posti letto al secondo piano della palazzina sede della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio); Casa Sant’Anna, dormitorio femminile (5 posti letto) sullo Stradone Farnese presso la casa madre delle Figlie di Sant’Anna che collaborano alla gestione con la Caritas.
C’è poi il Centro diurno a bassa soglia “Il Quadrifoglio” (via Beati 25) che La Ricerca gestisce in convenzione con il Comune di Piacenza insieme all’associazione “Papa Giovanni XXIII” del Progetto OpS. Rivolto a uomini e donne che vivono ai margini della società, perché in condizioni di disagio e povertà, offre accoglienza, ascolto, orientamento ai servizi e ristoro con lavanderia, docce e pranzo. È uno spazio con libero accesso (ogni giorno vi accedono mediamente una ventina di senza dimora).
Nato con l’emergenza-Covid per aiutare le persone più in difficoltà, il progetto “Insieme Piacenza” vede schierati in rete Comune di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi di Piacenza-Bobbio e Credit Agricole: insieme hanno creato un fondo attualmente di 1,7 milioni con il quale agire su due fronti: il contrasto all’emergenza sociale, attraverso aiuti alimentari e predisponendo strutture abitative, nonché con un ausilio di tipo psicologico, a cui si aggiungono azioni strutturali per incentivare l’economia e il lavoro sostenendo microcredito e startup.