Dai 14 ai 25 anni, quasi sette su dieci hanno un problema di tossicodipendenza. Chi ha alle spalle maltrattamenti in famiglia, chi soffre di ansia per le aspettative troppo alte dei genitori, chi ha smesso di studiare e ruba per procurarsi la dose. E’ lo “spaccato” di tutte le comunità di recupero, ma “Androna giovani”, avviato dal dipartimento delle dipendenze dell’Azienda sanitaria di Trieste (e di cui parla Chiara Daina su “Buone Notizie”, supplemento del “Corriere della Sera”), aggancia gli adolescenti a rischio nei rioni più difficili della città. Al centro psicologi, educatori e assistenti sociali provano a scoprirne desideri e potenzialità e a cercare loro un alloggio e un lavoro o spingendoli tornare a scuola. Si tratta di un progetto-pilota e dal 2012 a oggi il numero di utenti si è decuplicato (da 20 a 183). Da allora, quasi sempre con la collaborazione del privato sociale, in Italia hanno aperto altri undici Serd under 25.
“C’è un disagio sommerso tra i giovani che può essere risolto soltanto mettendo a disposizione spazi, équipe e programmi specifici per loro. I ragazzi non vogliono andare al Serd per gli adulti, troppo stigmatizzante. Hanno paura e non riconoscono di avere un problema di dipendenza come i grandi. E poi i loro bisogni pedagogici sono diversi” spiegano. Ed i numeri confermano questa diffidenza: nei Serd si sono più che dimezzati i nuovi utenti tra i 15 e i 24 anni (dal 19,3 per cento del totale nel 1999 al 7,9 per cento nel 2020) mentre l’età media si è alzata di dieci anni (da 31 a 41). Il tempo medio tra comparsa del problema e richiesta di aiuto è inferiore rispetto agli adulti: due anni contro sei. Così come la durata media del trattamento: un anno e due mesi in meno nei maschi e quasi cinque mesi in meno nelle femmine.
La cannabis è la sostanza più consumata dai ragazzi, seguita da eroina, cocaina e altri oppiacei, e nella maggioranza dei casi è presente un poliabuso di diverse droghe. I disturbi riscontrati sono di tipo psichico, come allucinazioni, paranoie, pensieri persecutori, e poi perdita della concentrazione, mancanza di voglia di studiare e di uscire. Intervenire precocemente è decisivo. I percorsi di recupero sono personalizzati e comprendono un’eventuale terapia farmacologica, psicoterapia individuale o di gruppo, borsa studio o borsa lavoro con tirocini in supermercati, alberghi, imprese agricole o per le pulizie convenzionate. Vengono inoltre organizzati laboratori di scrittura, musica, cucina, arte, e uscite di gruppo al parco acquatico, in montagna, al lago, nei musei, al cinema e ai concerti. C’è anche una squadra di calcio di cui fanno parte anche ragazzi esterni.