Ragazzi depressi, svogliati e sempre più aggressivi. Il “Corriere della Sera” con un articolo di Diana Romersi pubblicato il 1° febbraio raccoglie un nuovo allarme lanciato dal mondo della scuola. “Non hanno più freni inibitori. Ti dicono ‘stai zitto’ o ‘cosa vuoi?’ come se fossi un loro compagno, anche se sei la preside o un docente», afferma la dirigente di un istituto superiore romano. “La violenza tra coetanei in classe è in crescita”, dice un altro dirigente dove le sospensioni sono triplicate e sono state fatte anche tre segnalazioni alla Procura.
Altro dato assai preoccupante è che si è abbassata l’età del disagio con manifestazioni di aggressività nella scuola primaria e nelle medie che non risparmiano le ragazze. L’articolo del “Corriere” cita il caso di un bambino di quarta elementare che ha ritrovato, di ritorno dalla mensa, zaino e astuccio squarciati. “Stiamo parlando di bambini di nove anni, eppure c’è uno sfogo di pulsioni negative attraverso atti lesivi” commenta la preside.
Gli intervistati raccontano di un aumento di ragazzi “con crisi depressive che decidono di non venire più scuola” oppure “incapaci di gestione l’emotività e il senso di frustrazione”, con conseguenti ripercussioni sull’andamento scolastico. La maggior parte delle scuole da tempo si è dotata di uno sportello d’ascolto per l’assistenza psicologica degli studenti, un servizio, come osserva l’articolo, spesso limitato dalla mancanza di risorse economiche da parte degli istituti, ma che con il Covid è sempre più richiesto anche da docenti e genitori. In alcuni istituti le richieste sono triplicate, tanto che gli sportelli sono aperti anche per incontri online e la settimana della didattica alternativa è stata dedicata ad incontri con lo psicologo per gli studenti e per i genitori.
La Regione Lazio ha finanziato con due milioni di euro il potenziamento degli “Sportelli di ascolto” per elementari, medie, superiori e gli istituti di formazione professionale. Ma l’Associazione nazionale presidi da tempo chiede una legge per rendere gli sportelli parte integrante dell’offerta scolastica, affinché “il servizio non sia l’iniziativa della singola scuola, ma diventi strutturale”.