Nel dolore, specialmente se la sofferenza si protrae togliendoci equilibrio e fiducia in noi stessi, conta molto potersi sfogare, e farlo con persone disposte davvero ad ascoltarci. Riprendono il 26 settembre i percorsi dell’Auto-Mutuo-Aiuto, i cosiddetti Gruppi A.M.A., dove ci si ritrova con persone che stanno attraversando lo stesso momento difficile, come può essere ad esempio la perdita di una persona cara: l’opportunità di confronto che offrono, la reciprocità, l’immedesimarsi e la condivisione spingono, costringono a guardarsi dentro, recuperando le proprie risorse, il senso del vivere, e soprattutto, in caso di lutto, di superare tante angosce e il senso di colpa che spessissimo si scatena perché sopravviviamo a chi non c’è più.
CONTATTI – Per capire come funzionano i Gruppi A.M.A. è possibile chiedere un colloquio telefonando al 348.8557985 (o scrivendo una email ad annapapagni@laricerca.net), risponde Anna Papagni, responsabile dell’Auto-Mutuo-Aiuto dell’associazione La Ricerca, che in collaborazione con la Pastorale della Salute della Diocesi di Piacenza-Bobbio e alcune parrocchie della città organizza da ormai più di un anno Gruppi A.M.A. anche per chi sta attraversando un lutto.
Una trentina le persone che finora, tra colloqui e percorsi di gruppo, hanno giovato di questo aiuto per la perdita di una persona cara, tra loro anche chi ha vissuto pure l’angoscia del non poter stare accanto al proprio caro nel momento dell’addio perché portato via dal virus nei giorni duri della primavera 2020 martoriata dalle morti per Covid.
TESTIMONI DI CAMBIAMENTO – Per alcuni lo choc ha avuto un effetto di blocco. Fra questi, un signore di mezza età, che chiameremo Mario “Ebbene – dice – il confronto con gli altri ha smosso le acque, mi ha aiutato a traghettarmi dalla tempesta piena a un mare non calmo, ma con un equilibrio migliore. Al di là del lavoro non avevo nessuno con cui parlare, gli amici non puoi assillarli più di tanto con il tuo dolore. Il gruppo, invece, dà una mano: ascoltare gli altri, le loro strategie per superare la perdita, sono stati momenti catartici, un’occasione di empatia che altrimenti non avrei potuto avere”.
Tra le testimonianze citiamo anche l’esperienza di una giovane donna, che sempre per rispetto della privacy chiameremo Maria: per lei l’Auto-Mutuo-Aiuto “è stato come ricevere una carezza. Nelle giornate sei preso da mille cose. L’errore che si fa a volte è di parlare di sé a chi non ha voglia di ascoltarti. Neppure andando dallo psicologo ho ottenuto gli stessi risultati che ho avuto nel gruppo perché qui c’è condivisione, anche emotiva, ho pianto per il dolore degli altri, gli altri hanno pianto per il mio dolore. L’empatia aiuta, ci si dà forza. Tutto ciò mi ha fatto fare un passo avanti. E anche se adesso sto meglio comunque tornerò qui perché sì: ho bisogno di carezze”.