“Ciccione”. “Bombolone”. Lui piangeva, loro ridevano. L’infanzia di Federico, oggi venticinquenne, è stata un dramma tra obesità (la sua) e bullismo (di tanti coetanei). La racconta Elvira Serra in un articolo su “Il Corriere della Sera”. E’ un percorso di presa di coscienza e risalita da quando non voleva vedere le foto in cui pesava oltre cento chili a quando il suo corpo ha cominciato a piacergli e se ne è riappropriato. Ora Federico è un influencer con 270mila follower. Ne è passato di tempo dalle visite settimanali all’ospedale con continui esami, dalle lacrime di nascosto da tutti dalle scorpacciate mentre i genitori. Impegnato sul lavoro, non c’erano. Il branco lo prendeva in giro. “Non piacevo a loro, ma non mi piacevo neppure io”.
A 16 anni, al liceo, la bilancia continuava ad essere un’ossessione. E la soluzione divenne il vomito dopo ogni pasto. In tre mesi perse trenta chili, innescando la preoccupazione dei genitori con cui non si era mai confidato. Per vergogna. “Lo stesso con gli insegnanti, a quei tempi non c’era uno sportello dove raccontare queste cose. Finalmente mi sono aperto e insieme con mio padre e mia madre abbiamo deciso che la cosa migliore era affidarmi a uno psicologo e cominciare un percorso di quel tipo. Ci vado ancora, è per me molto importante continuare a vederlo”. Lo psicologo – prosegue l’articolo – suggerisce a Federico di aprire un profilo da utilizzare come una sorta di diario. “Ed è quello che ho fatto. Devo dire che poi sono arrivati altri tipi di cyber bulli… Però sono felice quando posso aiutare qualcuno con body positivity. Quando sono diventato influencer mi hanno scritto anche alcuni dei miei ex compagni di classe che mi prendevano in giro”.
Federico si è laureato in giurisprudenza con 105/110 con una tesi su “Bullismo e Cyberbullismo: tutte le facce dell’odio” e il suo obiettivo è aprire un centro di assistenza legale alle vittime del bullismo. Il cibo resta un punto debole, ma solo nei “momenti giù”. Va in palestra, in vacanza fa lunghe camminate, ha amici. Una vita normale. Finalmente.