C’è tanta gente che sta male in questo tempo segnato dal Covid. Lutti, povertà, isolamento sono entrati sempre di più nel nostro quotidiano. E questo dover evitare il più possibile i contatti sociali non fa che aggravare la situazione, rende tutto più difficile. Si soffre di ansia e di depressione, i mali più evidenti del distanziamento sociale forzato e protratto, si patiscono le conseguenze economiche della pandemia, perdita del lavoro, aziende, locali e negozi che chiudono. E poi c’è chi soffre ancora di più perché si è trovato a dover affrontare il dolore più grande che è quello della perdita di una persona cara, per di più non potendo starle accanto negli ultimi istanti della sua vita: la crudeltà del virus ha fatto sì che in tanti, in tantissimi, vedessero per un’ultima volta il proprio caro colpito dal Covid quando veniva portato via in ambulanza, poi – specie nei mesi di fase acuta dell’emergenza sanitaria – a fatica riusciva a conoscerne le condizioni di salute, fino a che non ne veniva comunicato il decesso e con questo terribile messaggio anche l’assoluto divieto di rendergli l’ultimo saluto con un funerale come Dio comanda. Atroce. Ed è in particolare ai tanti che hanno subito l’assurdità dei “lutti negati”, che si rivolge la Diocesi di Piacenza-Bobbio con un percorso di sostegno all’elaborazione del lutto (“Avrà i tuoi occhi”) organizzato attraverso l’Ufficio di Pastorale della Salute in collaborazione con l’associazione La Ricerca (che proprio per colpa del coronavirus ha vissuto la tragica perdita del suo fondatore, don Giorgio Bosini, scomparso il 16 marzo scorso, in pieno lockdown).
Piccoli gruppi e gratuiti. Ci si ritrova in parrocchia – Si tratta di incontri di gruppo tra persone – non più di 8 per gruppo, che stanno vivendo il dolore della perdita – basati sulle dinamiche dell’Auto-Mutuo-Aiuto (ascolto, reciprocità, solidarietà). Totalmente gratuiti e guidati da “facilitatori” esperti in un clima di fiducia e di massima riservatezza, si tengono con cadenza quindicinale in alcune parrocchie di città (Sant’Antonino e San Giuseppe Operaio) e in provincia (a Castelsangiovanni e a Fiorenzuola), e quando non sono possibili in presenza, vengono organizzati meeting in modalità online. Per partecipare bisogna contattare l’Associazione La Ricerca telefonando o inviando un sms o una email ad Anna Papagni cell. 348/8557985 – annapapagni@laricerca.net .
Condividere ti fa capire che non sei solo in quello che stai vivendo. “Il confronto rompe il buio dell’autoisolamento, ti aiuta a ritrovare un senso anche nel dolore, sapendo che la morte non spezza il legame con chi hai amato. Uno sguardo, una parola sanno infondere speranza, ti fanno nascere dentro una possibilità di rinascita”. Anna Papagni, responsabile dei percorsi AMA (Auto-Mutuo-Aiuto) La Ricerca, peraltro colpita in prima persona dalla crudeltà dei “lutti negati” – il Covid le ha portato via entrambi i genitori – ha reso bene l’idea in conferenza stampa di quanto possano essere di aiuto questi incontri di gruppo. “Quando muore una persona per noi importante, ci sentiamo invasi da un dolore che ci spezza il cuore. Restiamo intrappolati in un vortice di emozioni che tolgono il respiro. Dobbiamo fare i conti con inquietudini e sensi di colpa che se non affrontati possono segnare la vita. Vien da chiedersi perché è successo proprio a noi, che abbiamo fatto di male? Il lutto ti cambia la vita. Anch’io sto aspettando di trovare un luogo dove possa esserci un tempo per parlare con serenità, per esprimere le mie emozioni senza timore di essere giudicata, né aggredita da consigli facili su come reagire al mio dolore. E’ un cammino che va fatto insieme, ognuno col suo passo, perché ognuno ha i suoi tempi, tempi che vanno rispettati. La morte di un proprio caro ti inonda di dolore, ti stordisce, poi segue la fase di rabbia e di negazione, e si va avanti a fatica fino all’accettazione. E’ importante vivere questi momenti cercando di trovare un senso a quanto ci è accaduto. E nel gruppo, piano piano, si impara ad adattarsi alla perdita, ritrovando la forza di andare avanti.
Percorsi-caregivers per chi si occupa di non autosufficienti – In parallelo, sempre con il metodo dell’Auto-Mutuo-Aiuto – ampiamente collaudato con ottimi risultati nella quarantennale esperienza dell’associazione La Ricerca – si terranno anche percorsi rivolti ai caregivers, persone che si prendono totalmente cura di un familiare non autosufficiente e che, specie in questo tempo di pandemia, soffrono tutto il peso, lo stress fisico e psicologico di una responsabilità di tale portata.
“Mettersi al servizio del malato significa entrare in una rete di rapporti umani molto intensi dal punto di vista del coinvolgimento affettivo/relazionale ed essere responsabili della cura. Vuol dire, cioè, prendersi carico di una persona e accompagnarla verso la salute, la disabilità, la morte, ma anche interessarsi a lei, comunicare, ascoltare, comprendere – ha sottolineato Papagni in conferenza stampa – Il prendersi cura ha pesanti impatti sulla salute, sulle relazioni e sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone che se ne occupano: si possono riscontrare depressione, ansia insonnia, rabbia, perdita delle risorse e delle energie. Condividere questa esperienza in un cammino di gruppo basato sull’Auto-Mutuo-Aiuto fa capire che non si è soli in quello che si sta vivendo. Il confronto rompe il buio dell’isolamento e aiuta a ritrovare un senso anche nelle difficoltà. Uno sguardo una parola sanno infondere speranza, fanno scoprire che, con il sostegno di altre persone che stanno vivendo lo stesso problema, è possibile trovare sollievo e sentirsi meglio”.
Il percorso per caregivers si chiama “Abbi cura di me” : i primi gruppi si terranno nella parrocchia del Preziosissimo Sangue e, come per i gruppi del lutto, dove non saranno possibili quelli in presenza, saranno organizzati meeting in modalità online. Per partecipare bisogna contattare l’Associazione La Ricerca telefonando o inviando un sms o una email ad Anna Papagni cell. 348/8557985 – annapapagni@laricerca.net .
Attività sostenute con il contributo dell’8×1000 – Le attività dei gruppi Ama (Auto-mutuo-aiuto) avviate e realizzate nel 2020 sono state rese possibili con il contributo (12.000 euro) erogato dalla Diocesi sul fondo dell’8×1000 .
Pastorale della Diocesi. Un gesto di Carità – La mano tesa a chi soffre per aver perso un proprio caro è un gesto di carità, così come lo sono tutte quelle iniziative intraprese in soccorso ai tanti che stanno pagando economicamente e con la perdita del lavoro le conseguenze della pandemia. Un cammino di prossimità che non vuole lasciare indietro nessuno. Itala Orlando, responsabile della Pastorale della Salute, colloca questi percorsi di sostegno al lutto e per caregivers tra le scelte fatte dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio per essere vicini alle persone in sofferenza. Vengono proposti in continuità con il percorso formativo organizzato la scorsa estate “Betania: l’amicizia, la tomba, la fede”, circa 500 le persone coinvolte, “un ulteriore passo avanti per andare incontro a tanta gente che sta male” come sottolinea il vicario episcopale per il coordinamento degli Uffici Pastorali Don Paolo Cignatta, rimarcando quanto Piacenza così duramente colpita dalla pandemia si sia rivelata città forte: “Nell’emergenza c’è stata tanta generosità, la città ha reagito compatta”.