“I ragazzi di oggi non hanno vissuto la devastazione che l’eroina ha fatto negli anni ’80, non hanno memoria storica per cui si buttano in queste droghe non conoscendone quasi niente”. A Pavia si trova “La Casa del giovane”, una comunità di recupero dove gli ospiti sono quasi tutti minorenni. Antonio Crispino sul “Corriere della Sera” racconta storie raccolte tra le stanze del centro.Storie di ragazzini che spacciando intascavano anche settemila euro al giorno più due grammi di eroina, di clienti insospettabili con auto di lusso, di donne che compravano la dose con il figlioletto neonato sul sedile posteriore, di ragazzini con alle spalle rapine, scippi, aggressioni e addirittura omicidi, di tossicodipendenti che a 15 anni di vita hanno già messo in fila crack, erba, cocaina, eroina, prostituzione.
Uno di loro dice che non ha più senso distinguere droghe leggere e pesanti poiché “la cannabis ha raggiunto livelli di principio attivo così alti” che chi ha cominciato con le canne è finito presto nell’eroina. Effetti che durano sempre meno ma con conseguenze devastanti. La criminalità che invade le strade inizia qui, con la ricerca della dose: la rapina sotto casa, lo scippo dell’orologio, la borsetta strappata via da un ragazzino sul motorino, il furto dell’auto, il coltello alla gola… In comunità ci sono figli di professionisti, giovani che riempivano le serate con feste a base di sesso, droga e alcol nel chiuso di appartamenti senza genitori che ora, in molti casi, hanno lasciato la vita agiata per bussare alla porta della comunità e chiedere aiuto. Ci sarebbe posto solo per sei ragazzi ma ne ospita dodici. Rivedono i figli una volta alla settimana. Un ragazzo dopo anni allo sbando spiega il bello “qualcuno che ti spiega come si lavora”.
Il più piccolo a entrare nella “Casa” è stato un tredicenne con un tasso di coca nel sangue altissimo. Qualcuno racconta di aver cominciato durante le scuole medie, un altro perché preso in giro per il suo peso trasformandosi da bullizzato a bullo. “Mi son detto: se è così che funziona allora anche io voglio diventare come loro e la cocaina mi ha dato la forza”. Un altro racconta di come 15 anni cominciò il tout dei rave party fino ad essere cacciato da casa e a vivere in strada, procurandosi “erba” da spacciare a scuola durante la ricreazione e a farsi di tutto fino a non ricordare quasi nulla di quel periodo. Sta ricominciando da lavori di carpenteria.