Fare del bene fa bene. A tutti, ai ricchi, ai poveri, alla maggioranza che sta nel mezzo della forbice sociale, a chi il bene lo fa, a chi lo riceve, a chi cresce con i valori della solidarietà, li sperimenta e li apprezza. E’ comprovato. Anche da ricerche e studi sociologici focalizzati sulla felicità: più c’è generosità più una comunità è felice. Questi i presupposti da cui è partito Paolo Rizzi, docente in Cattolica, Facoltà di Economia (Dipartimento di Scienze economiche e sociali), chiamato a tenere una conferenza alla Ricerca nell’ambito di un percorso di formazione per volontari – “Camminiamo insieme, diamoci una mano” – in cui l’associazione invita anche a riflettere sui grandi temi che condizionano le nostre vite e quindi le nostre scelte, anche quella di reagire alla negatività dilagante, con un semplice “sì”, a contribuire a migliorare le cose impegnandosi per gli altri, in prima persona, in totale gratuità.
“La Ricerca, un’oasi di fraternità” – E La Ricerca, che proprio con questa formazione sta offrendo l’opportunità di cimentarsi in attività di volontariato, è stata definita dall’esperto di Economia “un’oasi di fraternità” dove stare bene, sperimentare l’amicizia, la bellezza di ricevere tanto dal donarsi agli altri. “Siete poeti sociali, seminatori di cambiamento”. Un cambiamento che contrasta con la rigidità di un pensiero unico, una posizione rivoluzionaria, antidoto a quello che il presidente dell’associazione, Enrico Corti, definisce “la cultura dell’algoritmo”. “Noi – ha sottolineato Corti rifacendosi al significato del nome che quarant’anni fa si è data l’associazione – vogliamo continuare a cercare, a restare in ascolto di chi è povero, è in difficoltà e chiede aiuto. I tre incontri di formazione ci aiutano a considerare la povertà in tre dimensioni: la nostra filosofia, Progetto Uomo, scommette su ogni persona, ambisce a ricostruire ogni persona nella sua crescita integrale, uscendo dalla cultura dello scarto, in cui come ben sottolinea Papa Francesco anche l’uomo con i suoi bisogni finisce per essere trattato come uno scarto”. La Ricerca – ha sottolineato – è una comunità di volontari e lavoratori e ognuno di loro, senza distinzioni, è una parte dove tutti danno un contributo per entrare in relazione con le povertà, e lo fa con il sorriso della generosità, sicuro che ognuno, ogni uomo, è povero e ricco nelle relazioni”.
Meno povertà dove il volontariato è più forte – Negli ultimi due anni – ha ricordato Rizzi – la mensa dei poveri della Caritas ha dovuto raddoppiare i posti a tavola. Questo dà l’idea di un impoverimento che persino in una città come Piacenza, dove tutto sommato restiamo tra le città più benestanti d’Italia e ancora non raggiungiamo situazioni sociali pesantemente critiche, necessita di persone che si facciano avanti per reagire all’andamento dominante. Ed è provato che chi vive in povertà riesce meglio ad uscirne – gli studi parla di una percentuale del 30 per cento – nelle comunità dove è forte la presenza del volontariato e dove il welfare riesce a operare in rete unendo il mondo dell’associazionismo, cooperativo, economico e delle istituzioni.
“I poveri saranno sempre con noi” – L’economista, che – come ha ricordato – ha avuto più occasioni di lavorare anche al fianco di don Giorgio Bosini contribuendo a dar vita alla Settimana Sociale, appuntamento decennale che invita a riflettere sulle povertà a Piacenza, è partito da una citazione delle parole di Cristo nel Vangelo di Marco (14:7) e ripresa nel Deuteronomio (15;10)- “Dàgli generosamente, e il tuo cuore non si rattristi quando gli dai, perché proprio per questo, l’Eterno, il tuo DIO, ti benedirà in ogni tuo lavoro e in ogni cosa a cui porrai mano” – , condivisa già allora e ripresa ultimamente anche da Papa Francesco: “I poveri saranno sempre con noi”. Uno sprone a reagire per migliorare le cose insieme, a non indurire il cuore, a non chiudere la mano tesa verso chi ha bisogno, perché, citando don Primo Mazzolari, “i poveri non si contano, si abbracciano”. Pensieri, convinzioni, punti di forza che ci inducano a reagire all’ondata nera di individualismo, crisi economica e sociale in cui ci sentiamo e – specie con la recente pandemia – ci stiamo riscoprendo molto più fragili.
Crescono le disuguaglianze – Non possiamo restare inermi di fronte ad un trend che vede allargarsi sempre più la forbice sociale tra ricchi e poveri, dove la povertà in senso assoluto (di coloro che non riesco a vivere una vita dignitosa) ha ricominciato a salire: “A livello mondiale se nei primi anni Duemila era scesa sotto gli 800 milioni di persone – ha affermato l’esperto – poi dopo la crisi del 2008 e con la pandemia, ha ripreso a risalire. In Italia sono aumentate le disuguaglianze tra più ricchi e più poveri, un trend che era iniziato negli anni Ottanta, e ad oggi ci sono 5 milioni e mezzo di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta”. Tra le cause i cambiamenti del mercato del lavoro, le enormi sproporzioni tra stipendi medi e super-stipendi dei manager (“Saliti a 200-300 volte più della media), i superguadagni raggiunti nel mondo della Finanza…
Come contrastare il decadimento sociale? – “La parola chiave è redistribuzione del reddito, cioè applicazione della tassa progressiva, bisogna salvaguardare il Welfare State, i servizi sociali e sanitari pubblici, determinante il ruolo delle imprese sociali unite al Volontariato. In questa direzione è chiaro che anche una realtà come La Ricerca può fare molto per il territorio. Con questa sottolineatura l’augurio da parte di Paolo Rizzi che “i poeti sociali che abitano questa Oasi di Fraternità possano continuare ad essere seminatori di cambiamento” .
LETTURE CONSIGLIATE
“La città in controluce – Volti, legami, storie di povertà a Piacenza” edito in collaborazione Unicatt e Caritas diocesana
La ricchezza di pochi avvantaggia tutti. Falso!” di Zygmunt Bauman
La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo” di Edgar Morin
PROSSIMO INCONTRO DOPO L’ESTATE – Prossimo incontro del ciclo di formazione volontari “Camminiamo insieme, diamoci una mano” il 30 settembre sempre alle 17 nella sede La Ricerca (Stradone Farnese 96) con l’assistente spirituale don Alessandro Ponticelli: “La povertà esistenziale e la ricerca di senso”. Seguirà il 21 ottobre il prof. Ivo Lizzola, docente dell’Università di Bergamo – Dipartimento di Scienze Umane e sociali: “Le povertà relazionali nelle diverse età della vita”.
La solidarietà non si improvvisa e la buona volontà non basta. I volontari sono portatori di un messaggio ed è il risultato di un confronto e di una crescita reciproca”
“Questo percorso segna una ripresa, come un nuovo inizio – sottolinea la referente dei Volontari La Ricerca, Anna Papagni – . I volontari non possono pensarsi soli, ma «insieme», lavorano insieme, vogliono essere un NOI. Questo vuol dire andare nella direzione di un pensiero comune, c’è un perché che dobbiamo trovare insieme. Non è un volontariato improvvisato, ma un volontariato tutelato, informato, formato”.
La solidarietà non si improvvisa e la buona volontà non basta. I volontari sono portatori di un messaggio ed è il risultato di un confronto e di una crescita reciproca”
Per informazioni è possibile contattare La Ricerca al 348.8557985 (risponde Anna Papagni).