Casi di overdose anche fra dodicenni. Impressionante. Ed un altrettanto impressionante aumento della diffusione della droga. Fatti che ci fanno ripiombare nei periodi più cupi degli anni Ottanta. Ma con una differenza fondamentale per negatività: allora le forze, a cominciare da quelle istituzionali, si mobilitarono, misero in campo sforzi e risorse, vi fu una ribellione che ora non si vede.
I boschi della provincia di Varese sono l’infernale esemplificazione della situazione in cui siamo precipitati. Non da oggi. Ne parla ancora una volta Andrea Galli su “Il Corriere della Sera”. In quel labirinto di alberi, cespugli, anfratti i pusher marocchini intrecciano i loro traffici criminosi e le forze dell’ordine cercano di contrastarli. L’ultima operazione ha portato ad undici arresti. Un’azione meritoria considerando i mezzi a disposizione ed il fatto che via una banda ne subentra un’altra, conseguenza – come scrive Galli – del turnover degli spacciatori tra le terre di partenza di Béni Mellal, zona povera nel centro del Marocco, e la parte terminale, ovvero la provincia di Varese. Le gang aumentano la solidità dei loro impianti (depositi, macchine, sentinelle, kalashnikov), intanto in un ennesimo vertice con gli operatori sanitari di pronto soccorso e ambulanze emerge che vi sono stati casi di overdose anche di 12enni.
L’articolo sottolinea come il prefetto non allenti l’attenzione incontrando sindaci e residenti, la Procura di Busto Arsizio è la prima in Italia per competenza sulle ramificazioni e le strategie dello spaccio, carabinieri e polizia non mollano pur dovendo occuparsi di un’area di settecentomila persone. “Ma anche se si potesse – continua -, conviene vergarlo, alla classe politica in senso ampio e alto (ovvero come peso specifico) queste tematiche sembrano generare perfino del fastidio: sia mai che parlando di disgrazie e disgraziati, di adolescenti, di mamme che s’addentrano nei boschi per comprare le dosi, di tossicodipendenti divenuti schiavi fisici, non solo sessuali, dei pusher non avendo più denaro, ecco, sia mai che si sporchi un po’ il prodotto di una Lombardia da vendere a investitori e turisti che, come il suo cuore, Milano, dev’essere invece pulita, sicura, efficiente, mica abitata da zombie che rischiano di morire d’overdose in seconda media”.