“I ragazzi che accoglievamo allora erano più violenti ed emarginati: molti venivano da esperienze politiche forti, avevamo picchiatori fascisti ed esponenti della sinistra più estrema che si rifugiavano nella droga come gesto di rifiuto e disprezzo della società. Oggi l’età media si è abbassata, usano la droga per emulazione o per noia: ma l’emergenza rimane”. Letizia Moratti in un’intervista a Elisabetta Soglio per “Buone Notizie”, inserto del “Corriere della Sera”, parla di giovani, di droga, di emarginazione. Di ieri, quando la tossicodipendenza era un fenomeno pressoché ignoto, e di oggi, con il tragico avvento di nuove e micidiali sostanze. Lo spunto è la serie di Netflix su San Patrignano, la comunità di cui l’ex sindaco di Milano ed il marito Gian Marco sono stati sostenitori fin dai primi passi.
Una famiglia fortunata
abbiamo voluto
dare un contributo
“I loro ragazzi”, un legame che è tuttora fortissimo. Quello allacciato da “una famiglia fortunata” che “ha sentito il dovere di dare un contributo alla società e alle persone che avevano bisogno”. Era il 1979 e da allora lei, il marito e i figli hanno vissuto – inizialmente in una roulotte – ogni fine settimana e ogni vacanza a San Patrignano. “Anni difficilissimi per il tema delle tossicodipendenze che stava esplodendo”, la risposta “prendeva forma poco alla volta, in base ai bisogni, “lo Stato era impreparato” e quando fece irruzione l’Aids fu “un altro colpo per tutti” ma “la comunità li accoglieva, rispondeva alla disperazione dei genitori, cecava di ricostruirli come persone”.
Letizia Moratti ricorda che “le regole si facevano insieme” e che furono gli stessi ragazzi a chiedere di non uscire più nei fine settimana, come all’avvio veniva concesso, poiché andavano in discoteca e “non riuscivano a non bucarsi di nuovo”. Così come furono loro stessi a chiedere di limitare il vino ad un bicchiere a pasto quando si accorsero che un’ospite alcolizzata non riusciva a limitarsi.
Passavano gli anni, nascevano altre comunità con cui confrontarsi e dagli errori – inevitabili – si imparava per aggiustare il tiro. Poco allo volta la guida è stata presa dai giovani che si erano salvati grazie a chi era passato per quella stessa esperienza. Tanti genitori vivevano con disperazione il dramma della droga e quell’approdo era l’unica speranza. “La droga rappresenta ancora oggi una emergenza e molti giovani affrontano il tema con la fragilità e le insicurezze tipiche della loro età”.