Accerchiato dal branco, costretto a inginocchiarsi e poi brutalmente schiaffeggiato dinanzi a una dozzina di coetanei tra le risate generali di ragazzi e ragazze. In centro a Vieste si è svolto l’ennesimo episodio di bullismo tra giovanissimi. Ogni volta con caratteristiche diverse, ugualmente brutali e ugualmente allarmanti. La fantasia e l’aggressività dei bulli non conosce, ahimé, confini. Nella società delle legge e dei regolamenti dove tutto o quasi sembra affrontato questi fatti si moltiplicano. A dimostrazione che le soluzioni sono sulla carta, non nei fatti.
La vittima dell’episodio di Vieste è un dodicenne. Giuseppe Di Bisceglie ne scrive su “Il Corriere della Sera”: “L’orrore non si è limitato alla violenza fisica: l’intera scena, di poco più di un minuto e mezzo, è stata filmata e il video è stato condiviso sui social, diventando virale nel giro di poche ore. Le risate di scherno, le urla di chi incitava a colpire. Il 12enne è stato picchiato e umiliato. ‘Inchinati’ è stato l’ordine che gli è stato rivolto. Uno soltanto ha provato ad intervenire, senza però riuscire a fermare la violenza”.
“Ci siamo attivati con i servizi sociali e con i carabinieri per individuare i protagonisti – spiega a “Il Corriere” il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti –. Nelle scorse ore, sia i ragazzi che i loro genitori sono stati convocati in Comune, per comprendere i dettagli dell’accaduto e definire eventuali percorsi da adottare. A quanto risulta, i ragazzini coinvolti nell’episodio apparterrebbero a famiglie per bene, senza problemi di carattere sociale. Dell’episodio è stata informata la Procura per i minorenni di Bari.”
Come scrive Di Bisceglie “purtroppo, non si tratta di un caso isolato. Solo poche settimane fa, sempre a Vieste, nei pressi del porto, due ragazzi sono stati aggrediti da parte di un gruppo di minorenni. Anche in quel caso, la brutalità fisica è stata accompagnata da un dolore psicologico profondo, difficile da sanare”.
“Siamo parte di una società in preda ad una crisi di valori profonda -, dice ancora il sindaco Nobiletti – L’uso smodato dei social network, anche in età adolescenziale, rende i ragazzi refrattari a valori positivi; i ragazzi di oggi non sono più educati ai sentimenti. I genitori facciano la loro parte, con fermezza e consapevolezza del proprio ruolo”.