Report sui giovani dopo oltre due anni di covid. E non solo. Mettono al primo posto le relazioni personali, il tempo liberoe la tutela dell’ambiente. Dopo vengono carriera, istruzione e progetti di matrimonio e famiglia. Questo almeno dice il “Rapporto Giovani 2022” a cura dell’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, di cui riferisce in un articolo di Chiara Daina su “Buone Notizie”, inserto settimanale de “Il Corriere della Sera”. Tra novembre 2021 e febbraio 2022 sono stati intervistati 7mila giovani. Il covid e lo studio ed il lavoro da remoto hanno trasformato i loro valori: danno più importanza al presente e meno al futuro. Stando al Rapporto hanno un’opinione “molto” o “moltissimo” positiva di sé (dal 53,2 per cento del 2020 al 45,9 del 2022), hanno riposto i sogni nel cassetto (-7,1 per cento), calano entusiasmo nelle proprie azioni (-7), desiderio di imparare (-5,7), capacità di perseguire un traguardo (- 7), di lavorare in team (-5), empatia (-6,7), abilità comunicativa (-5,8), di gestire conflitti (-5) e attitudine alla leadership (-3,8).
Nell’articolo di “Buone Notizie”, Daniela Marzana, ricercatrice di psicologia sociale all’Università Cattolica, sottolinea come nel contesto lavorativo le competenze personali trasversali fanno la differenza e sia quindi fondamentale investire sul loro sviluppo attraverso“palestre preziose” come “l’associazionismo, il volontariato, l’attivismo civico, il servizio civile e il service learning, cioè le azioni solidali nei confronti della comunità che un ragazzo presta durante il percorso scolastico e universitario”.
Secondo la ricerca, oltre il 50 per cento del campione dà un’importanza maggiore al tempo che si trascorre insieme con i figli e il partner riconosce alla salute un peso più rilevante rispetto al passato. Per il 60 per cento della fascia 18-22 anni il lavoro deve essere un’occasione per aiutare il mondoe deve essere svolto all’interno di un’azienda di cui si condividono i valori; mentre per il 52 per cento l’azienda deve impegnarsi contro l’inquinamento ambientale. Ma del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per rilanciare l’economia sanno poco e niente.