Imparare a coltivare i campi. E’ una delle opportunità di sbocco lavorativo offerte ai soggetti svantaggiati. Le esperienze di accompagnamento e formazione sono sempre più diffuse anche nel Piacentino, un ambito dove La Ricerca tramite la sua cooperativa sociale di riferimento “C.O.Te.Pi. – EducAzione & Lavoro” sta portando avanti il progetto RAccogliere (naturale prosecuzione del progetto di agricoltura bio e sociale “Ac…cogliere” – che era stato finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano -, il progetto “Rac…cogliere” è gestito -con il sostegno della Fondazione Intesa Sanpaolo onlus – dalla cooperativa che ha coinvolto in questa esperienza formativa e assunto 5 persone svantaggiate uscite dalle nostre comunità e affiancate da un tutor).
Sulle tante sfaccettature dell’inserimento lavorativo (e sociale) reso possibile dal lavoro nei campi l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) ha realizzato uno studio di cui riferisce un interessante articolo pubblicato da Welforum.it: dopo una parte focalizzata sull’inclusione socio-lavorativa dei migranti, potenziali vittime di sfruttamento lavorativo e caporalato in agricoltura, viene dedicata particolare attenzione al tema della sostenibilità economica sociale ed ambientale delle esperienze di agricoltura sociale. Ne citiamo un passo: “Le esperienze di agricoltura sociale, quando presentano uno sguardo attento sia allo sviluppo di pratiche inclusive sia alla produzione di reddito, sono in grado di generare un circolo virtuoso in cui tutti i soggetti convolti, come esemplificato nella figura sottostante, traggono vantaggio. Le persone svantaggiate – in questo caso i migranti – aumentano il loro benessere grazie ad una maggiore inclusione ed integrazione sociale, le aziende agricole possono contare su una manodopera quasi immediatamente produttiva, i servizi pubblici – servizi sociali e di accoglienza in primis – risparmiano/condividono i costi relativi alle progettazioni e prese in carico, e i luoghi in cui le attività sono localizzate si rivitalizzano e ripopolano”.
Per saperne di più, vi rimandiamo all’articolo